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Perché è importante farsi le domande giuste

Questo è il discorso di apertura di Valeria Viola al corso SIF – SIARV – SIMEF, Medicines: regulatory tools

Ringrazio la SIF, la SIARV e la SIMEF che mi danno l’occasione di fare l’apertura di questo corso e di raccontarvi com’è nato e gli obiettivi per chi ancora non li sapesse. Ma ne approfitterò anche per darvi qualche consiglio.

Mi presento, sono Valeria Viola e sono la coordinatrice senior del GDL giovani SIARV nonché la facilitatrice di questo progetto – per età anagrafica appartengo alla terra di mezzo tra i giovani e i senior, un progetto che è nato come una Summer School insieme al professor Armando Genazzani. Il percorso formativo ha come obiettivo avvicinare e formare i giovani al mondo del regolatorio del farmaco, il regolatorio che va dalla ricerca all’accesso al paziente. Un altro obiettivo della SUMMER SCHOOL era di fare network e per motivi noti si è trasformato in diversi webinar. Oggi mi dispiace non vedervi, non vedere i volti delle persone e avere una relazione dal vivo ma mi auguro che arrivino tempi migliori.

Dall’altra parte degli schermi ci siete voi, tutti under 38. È un indicatore “non oggettivo” rispetto a cosa significhi essere giovani, tant’è che ogni società ha il suo limite di età a seconda di quello che si vuole fare “da grandi”.

Questo separatismo nasce dal fatto che gli argomenti scelti vengono dalle esigenze di formazione e crescita dei giovani della SIF (e non solo). Vi faccio un esempio pratico: Il gruppo di lavoro giovani SIARV mi ha aiutata a redigere un questionario che abbiamo somministrato loro e abbiamo capito quali fossero i punti da stressare e i gap di conoscenze.

Un altro esempio di buone pratiche: I diversi gruppi di lavoro giovani si sono coordinati nella moderazione dei relatori e delle relatrici perché abbiamo pensato che fosse importante per loro avere visibilità, ed ancora, ci siete solo voi under38 perché il tempo delle domande sia il vostro tempo. Devono essere domande a misura di ciò di cui avete bisogno, senza temere il giudizio in modo che siate a vostro agio e di ragionare relativamente a come trasformare questo spazio nel futuro che verrà.

A proposito di spazio virtuale e di immaginazione del futuro,
Sono un’appassionata di letteratura, leggo un po’ di tutto in maniera ossessiva, recentemente sono incappata in una raccolta di fantascienza femminista dal titolo “Le Visionarie”. Volevo leggere di visioni di mondi alternativi con lo sguardo critico di scrittrici.
La fantascienza è un genere letterario immaginifico: descrive un futuro lontano utopico o distopico, tutte le azioni che portano a quel futuro, la catena degli eventi che includono i fatti, le leggi che hanno scatenato rivoluzioni o stili di vita e le emozioni che si provano in uno spazio lontano, il futuro.
Se ci pensate, chi si occupa di scienze regolatorie del farmaco deve immaginare delle regole replicabili che vadano bene per qualcosa che deve ancora arrivare, una tecnologia che magari migliorerà la vita di un paziente o addirittura che eradicherà una malattia ma avrà impatti economici o organizzativi nel sistema. Chi prende delle decisioni: i regolatori, i ricercatori, i professionisti nelle aziende, chi siede in CTS… immagina il futuro.
Vi dico questo perché per arrivare ad un futuro che oggi vediamo lontano o rimandabile, bisogna determinare il presente, stabilendo le regole dell’oggi e del domani e con la presenza nei luoghi delle decisioni. Il futuro non è qualcosa che arriva prima o poi. Il futuro è lo spazio che si prende nell’oggi. Ci sono tanti futuri a disposizione, a seconda di come ci si muove si aprono porte e domande più diverse e curiose aprono cammini.
Più vi confronterete con vostri pari, magari all’interno di una società scientifica, contaminandovi come diceva Piero Canonico nello scorso webinar, e più cammini aprirete.
Le scienze regolatorie del farmaco sono una una domanda originale, non ci sono molti giovani che percorrono questa strada.
Ma fatevi anche le domande giuste, stimolanti.
Recentemente ho scoperto che l’Etiopia ha un programma di esplorazione dello spazio (ESSTI). La prima domanda che mi sono fatta – perché me la sono fatta anche io – è come possa l’Ethiopia permettersi un programma aerospaziale. Ecco quella non era la domanda giusta, la domanda giusta è: “cosa vuole raggiungere l’Ethiopia con il proprio programma spaziale?”
Fortunatamente esiste Google translate e nel sito scritto in amarico si può leggere che uno degli obiettivi del progetto è ispirare le giovani generazioni di etiopi e coinvolgerli nella conoscenza della scienza e della tecnologia.
La domanda giusta è quella che permette di ispirarvi, e può succedere solo se vi confrontate da chi è diverso da voi. Confrontatevi con giovani farmacologi di altri paesi, con i professionisti del regolatorio delle aziende, ascoltate le associazioni dei pazienti.
Con Medicines: Regulatory Tools e la sua organizzazione, i giovani delle società scientifiche SIF, SIMEF e SIARV hanno cominciato a confrontarsi. Più siamo e più complesso diventa mediare le posizioni, ma quello che vuole essere principalmente questo progetto è ispirazione. Non andremo sulla Luna ma credo stiamo facendo qualcosa di diverso dal solito, una costruzione dal basso e buone pratiche fanno la differenza.
Rinnovo quindi l’invito a partecipare proponendo idee, webinar, o proponendovi con il gruppo giovani della società scientifica alla quale appartenete

Noi abbiamo iniziato unendo i giovani delle società scientifiche SIF, SIMEF e SIARV.
Il mio ultimo consiglio è partecipate alla vita delle società scientifiche, anche le nostre.

Pensiamo al futuro e facciamolo oggi.

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